Sul litorale grossetano c'è una terra salvata dal cemento e dagli uomini, dall'inquinamento e dalle offese del tempo. È la zona meno popolata dell'Italia continentale, un pezzo di mondo selvaggio, fatto di grandi spazi dove si muovono mandrie allo stato brado, baie solitarie dove pascolano daini e cervi, boschi dove si nascondono volpi e cinghiali. Un posto protetto da decine di riserve naturali, dimenticato dagli uomini, che sono andati ad abitare qualche chilometro più in là, negli splendidi e antichi borghi medievali disseminati sulle colline.
A pochi chilometri dall'Agriturismo "la Pieve" si trova Magliano in Toscana. Il borgo, sorto come castello degli Aldobrandeschi e cinto da mura possenti, è su un'altura e domina la costa.
Da vedere il Palazzo dei Priori e del Capitano, che sfoggia una bella collezione di stemmi che ne ricordano i nobili abitanti, la chiesa romanica di San Giovanni Battista e, appena fuori dalle mura, la chiesa della Santissima Annunziata. Magliano affaccia le mura e i suoi torrioni su una campagna di olivi e viti fino al mare, di ginestra, sicomori e grano, dove spesso si disperde il maestrale.
Qui si può camminare, pedalare e cavalcare fra i ruderi di San Bruzio, una delle più belle e suggestive chiese romaniche del XII secolo, che si erge fra maestosi cipressi, viti ed i resti di tombe etrusche di Santa Maria in Borraccia, scavate nella roccia; da qui parte attraverso campi coltivati l'antica strada romana che conduce alla Tomba dipinta delle Chimere del VI secolo a.C.
Questa terra, che tanti potenti hanno desiderato possedere, ha custodito il “Piombo” di Magliano, lamina lenticolare incisa sui due lati che parla di riti religiosi, nomi e regole di antiche divinità; la “Tabula Hebana” in bronzo ed infine il “Cippo” delle Sassaie ora collocato nel giardino adiacente il Palazzo Comunale. L'importanza di questi documenti ricorda il valore storico e culturale di questa area archeologica ricca di testimonianze significative della vita sociale del grande popolo degli Etruschi. Di “altri” Principi di Magliano parlano le facciate e gli stemmi di Palazzo dei Priori e di Palazzo del Capitano e le bifore del Palazzotto di Checco il Bello.
Tanti anche i monumenti religiosi: la Chiesa di San Giovanni, sobria e raffinata, della quale il rosone, le mensole, il cornicione ed i capitelli in travertino rivelano il linguaggio architettonico semplice e prezioso di Francesco di Giorgio Martini 81439-1502); l'essenziale e romanica Chiesa di San Martino, prima pieve di Magliano; la Chiesa della SS. Annunziata, di origini antiche, probabilmente eretta su una villa romana, di sicuro oratorio dedicato alla Madonna del Latte, riprodotta negli affreschi all'interno e nel bellissimo dipinto del Neroccio. Le luci del tramonto illuminano la semplicità di queste forme e la bellezza delle pietre di Portanova, Porta San Martino, Porta San Giovanni e il campanile che domina su tutti.
In prossimità dell'agriturismo "La Pieve", distante solo pochi chilometri da Magliano, c'e' il borgo di Pereta, edificato dagli Aldobrandeschi fra il X e l' XI secolo come centro militare per la zona circostante. Avvolto dal tipico paesaggio maremmano, il caratteristico paese si apre al visitatore all'imponente porta ad arco tondo, accesso per vicoli dalle linee rigidamente antiche, stretti e silenziosi che conducono alla cinquecentesca Torre dell'Orologio, passando per la Chiesa di San Giovanni Battista e la piccola Chiesa di Santa Maria. L'atmosfera è quella autentica di un mondo medievale fatto non solo di poderosi edifici ma anche di storie fantastiche di cavalieri, cantori e menestrelli oltre a sapori e profumi genuini e indimenticabili.
A circa 70 km dall'Agriturismo "La Pieve", abbarbicata sulla sommità di un colle boscoso, Capalbio è la prima cittadina arroccata della Maremma Toscana, proprio al confine con il Lazio segnato dal fiume Chiarone e dalla vecchia Dogana Pontificia. Nel borgo si respira ancora tutta la magica atmosfera rustica degli agricoltori, dei cacciatori e dei briganti di più di un secolo fa.
All'interno delle cinte murarie si possono ammirare, percorrendo le suggestive piccole vie medievali, l'Arco Santo sormontato da un busto dell'Imperatore Adriano e la duecentesca Chiesa di San Nicola. Sul portale a sesto acuto è ancora visibile la scritta realizzata a ricordo del restauro effettuato nel 1466, mentre il suo interno è ad unica navata con abside a scarsella e cappelle laterali. Di fronte alla Chiesa si erge la Rocca che è collegata al Palazzo Collacchioni in cui si trova la sala Puccini, cosiddetta perché vi si conserva un pianoforte sul quale suonò proprio il grande e celebre compositore italiano.
Appena fuori delle mura all'interno dell'Oratorio della Provvidenza è possibile ammirare un affresco attribuito alla scuola del Pinturicchio che raffigura la “Madonna col Bambino fra i Santi Girolamo e Sigismondo” del 1510. Ad ovest di Capalbio, sul poggio del Capalbiaccio, si può ammirare un altro antico “castrum” che nel medioevo fu adattato a Castello, oggi chiamato di Tricosto, i cui resti sono delle mura perimetrali di cinta e i ruderi di una chiesa. A nord-est della cittadina si innalza il colle di Montieri che si tramanda essere stato il luogo da dove discesero i ptimi abitanti di Capalbio.
Nei dintorni, infatti, interessanti sono i resti delle ville romane databili intorno al I secolo, come la villa che si trova sulla bassa collina di Settefinestre: di questa restano visibili suggestive testimonianze fra le quali un imponente criptoportico ed un giardino pensile delimitato da torrette di pregevole fattura.
A circa 25 km dall'Agriturismo "La Pieve"si trova Talamone. Si tratta di un piccolo paese collocato su un promontorio a picco sul mare, nella parte nord del comune di Orbetello, nei pressi di Fonteblanda; è facilmente raggiungibile attraverso la SS Aurelia o con il treno. Situato nella parte più meridionale del Parco Naturale della Maremma, Talamone si affaccia sul caratteristico golfo e sul porto turistico sottostante: il paese è racchiuso entro una cinta muraria ed è dominato dalla massiccia Rocca, edificata nel XV secolo dalla Repubblica Senese su progetto dell' architetto Lorenzo Di Pietro detto il Vecchietta, posta a guardia del golfo.
Durante la costruzione di un forte militare nel 1892 vennero rinvenuti, presso il colle di Talamonaccio, numerosi frammenti di rilievo frontonale appartenuto ad un tempio successivamente individuato poco sotto la cima del colle stesso. La struttura risale al IV secolo a.C. e doveva essere presumibilmente etrusco, ma il frontone venne collocato sull' edificio molto tempo dopo, probabilmente nel 150 a.C.; tracce di fuoco fanno presumere che il tempio sia bruciato, poco dopo il 100 a.C., forse durante la guerra sociale tra Mario e Silla, oppure per cause naturali.
A circa 40 km dall'Agriturismo "La Pieve" incontriamo Porto Ercole, il secondo centro del Monte Argentario, situato nella parte meridionale del promontorio. Le opere principali da visitare a Porto Ercole sono senza dubbio le fortificazioni risalenti all'epoca dello Stato dei Presidi. Forte Filippo è una formidabile fortificazione realizzata con le più avanzate tecniche dell'architettura militare dell'epoca. Fu voluta da Filippo II e ne eseguì i lavori Giovanni Camerini. Incassato in un fossato scavato nella roccia, presenta quattro bastioni ed un unico accesso tramite un ponte elevatoio, nei sotterranei si trovavano la polveriera, i depositi ed i magazzini; la batteria di Santa Caterina situata più in basso sulla collina ne completava l'efficacia dell'artiglieria.
La Rocca non è frutto di un'unica fase progettuale e costruttiva, ma ha subito notevoli mutamenti nel corso del tempo; come è attualmente fu disegnata da Giovanni Camerini. All'interno si presenta come una cittadella militare suddivisa in piazze e cortili unita per mezzo di una galleria alla batteria di Santa Barbara che completava le potenzialità di fuoco del complesso. Forte Stella domina una vasta area posta alle spalle del porto e prende il nome dalla sua forma geometrica, a stella appunto, con un cortile esagonale posto al centro. Presenta numerose feritoie per l'artiglieria sia verso la campagna che verso il mare. Anche l'accesso di questo forte è munito di ponte elevatoio.
Altra importante costruzione è il Palazzo del Governatore situato sulla piazzetta di Santa Barbara. Edificato nel 1508 sotto la Signoria di Siena, fu ricostruito dagli spagnoli dopo il sacco dei pirati saraceni di Khair ad Din detto il Barbarossa , per diventare poi la residenza del governatore del presidio.
A circa 30 km dall'Agriturismo "La Pieve" troviamo Orbetello. La città sorge su una piccola penisola circondata dalle lagune di Levante e di Ponente divise da una diga artificiale che, dal 1841, la unisce al Promontorio di Monte Argentario. Le lagune sono chiuse da due lingue di terra dette tomboli della Feniglia e della Giannella che offrono al visitatore diversi chilometri di incantevoli spiagge. Vista dall'alto la singolare cittadina assomiglia alla prua di una nave ancorata nelle placide acque della laguna e unita al promontorio, quasi fosse una passerella che consente di scendere a terra. Già abitata in epoca etrusca come testimoniano i resti delle mura poligonali, fu denominata dall'Impero Romano che le dette il nome. Fu ed è, comunque, una città che sorge sul mare e per questa sua particolare conformazione geografica è stata sempre ambita di conquista, non solo da parte di casate nobiliari italiane, ma anche da parte di Stati stranieri.
Sono molte le testimonianze storiche che si possono ammirare nel centro storico: la Polveriera Guzman, dove Garibaldi nel 1860, si rifornì di armi e munizioni; la Fortezza sulla sommità della quale spicca il Cassero, la piccola Chiesa di Santa Maria delle Grazie dove è conservato un affresco di scuola senese raffigurante la Vergine col bambino seduta sul trono tra i Santi Paolo e Pietro; la Porta Nova edificata in onore del governatore spagnolo Duca di Medina Coeli (XV secolo); presso le Pescherie si possono ancora ammirare Porta a Terra e la Porta del Soccorso. La prima è munita di ponte levatoio e aveva ai lati due locali per il corpo di guardia e per le munizioni, mentre la seconda fu costruita in travertino e ingentilita da un elegante frontone e da una lapide recante la data di costruzione (1620).
Proseguendo per le Mura di Ponente si giunge all'antica Cattedrale di Santa Maria Assunta costruita su un tempio etrusco-romano e abbellita dagli Orsini nel 1375 e passeggiando per il Corso si possono ammirare il Palazzo del Governatore sormontato dalla Torre dell'Orologio e il Palazzo del Governo realizzato dai Senesi agli inizi del XVI secolo. Imboccando la “diga” appare nella sua incomparabile bellezza il Molino Spagnolo, ultimo di una serie di nove costruiti dai senesi, ma così chiamati per gli interventi che vi fecero gli spagnoli.
A circa 50 km dall'Agriturismo "La Pieve" l’abitato di Pitigliano, tutto costruito in tufo, è inserito nel paesaggio con una compattezza tale che è quasi impossibile separare l’opera dell’uomo da quella della natura. E se ci si guarda bene intorno, si ha l’impressione che le rocce di tufo nascondano ancora il genio etrusco.
L’impressione che dà Pitigliano, distesa sulla sua rupe a forma di mezzaluna, isolata dall’erosione millenaria di tre fiumi che le scorrono intorno e difesa da fortificazioni cinquecentesche, è quella di un complesso ferrigno e gagliardo, segnato dall’arte della guerra ma ingentilito dal tocco del Rinascimento.
Palazzo Orsini è il maggiore monumento di Pitigliano: di origine medievale (XIV secolo), la residenza dei conti Orsini fu ristrutturata per Niccolò III, nella prima metà del Cinquecento, dall’architetto Antonio da Sangallo secondo i canoni rinascimentali, evidenti negli stemmi, nelle porte bugnate, nella piazzetta con colonnato, nel pozzo esagonale, nell’elegante portale d’ingresso e nelle sale interne, ora sede del museo d’arte sacra.
Sulla piazza retrostante, che si estende fino ai due cigli della rupe con vedute spettacolari, si trova la fontana medicea a cinque archi, preceduta dall’acquedotto seicentesco che scavalca l’antico fossato con un maestoso arco in tufo. Dalla piazza tre vie parallele si inoltrano nell’abitato, intersecate da una serie di vicoli pittoreschi, caratterizzati da scalinate, loggette e decorazioni cinquecentesche. Portali e finestre delle case antiche del centro sono spesso ornati di elementi decorativi in bugnato rustico.
La via principale conduce a un’altra piazza, dove si trova la Cattedrale, ampliata nel Settecento in forme barocche, con bella facciata e grandioso altare all’interno. Tra stucchi e dorature, spiccano le tele di Pietro Aldi e di Francesco Vanni. A fianco della Cattedrale si eleva la torre campanaria che caratterizza il profilo urbano dell’abitato. In fondo alla piazza si erge una stele in travertino recante sculture rinascimentali e sormontata da un piccolo orso araldico, nota come monumento alla progenie ursinea (1490). Da qui si raggiunge un’altra piazzetta, cuore dell’antico rione di Capisotto, con la chiesa di S. Rocco, ricordata già nel 1274 come chiesa di S. Maria. Ha una sobria facciata rinascimentale e un interno decorato con affreschi e stemmi dipinti. Proseguendo si giunge alla punta estrema della rupe e alla Porta di Capisotto (o di Sovana), di fianco alla quale è conservato un tratto di mura etrusche del VI secolo a.C.
A metà di via Zuccarelli si trova il Ghetto. Molti sono i ricordi della comunità ebraica, vissuta per mezzo millennio a Pitigliano, che fu luogo di rifugio per gli israeliti ed esempio di convivenza tra ebrei e cristiani, tanto da meritarsi la definizione di “Piccola Gerusalemme”. La Sinagoga, rivolta a est, è stata recentemente restaurata ed ha recuperato il suo arredo, con l’Aron (Arca Santa) sul fondo, la Tevà (il pulpito) al centro, il matroneo per le donne in alto, i lampadari e le decorazioni dipinte, tra cui la scritta che ricorda la fondazione del tempio nel 1598. Sotto la sinagoga si sviluppano vari ambienti scavati nel tufo - il bagno rituale, la macelleria e la cantina kasher, il forno degli azzimi - tutti recuperati negli ultimi anni, quando è stata realizzata la Mostra di cultura ebraica. Poco fuori, il cimitero ebraico custodisce monumenti funebri dell’Ottocento.
Lungo la strada per Sorano, sul costone tufaceo e oltre il torrente che dà vita a una bella cascata, si trova il rinascimentale Parco Orsini di cui rimangono, in mezzo alla vegetazione, padiglioni, statue e sedili intagliati nel tufo. Circondano il borgo verdi declivi, piccole valli con torrentelli e cascate, rupi su cui il sole al tramonto stempera i suoi colori. Emozionante, in questo contesto, è addentrarsi nei cunicoli (le vie cave) scavati dagli etruschi nel tufo tra il muschio, le felci e il fitto fogliame degli alberi, e che finiscono per intersecare le necropoli dove è stato allestito il Parco archeologico all’aperto. Dalle mistiche vie etrusche alle stalle e cantine ricavate nel dedalo di gallerie sotterranee, tutto riconduce alla “civiltà del tufo” di cui la gente di Pitigliano è erede.
A circa 25 km dall'Agriturismo "La Pieve", Saturnia, situata a pochissima distanza dalle rinomate sorgenti termali, è perfettamente incastonata nel dolce paesaggio collinare tipico della Maremma.
Saturnia è conosciuta essenzialmente per le sue terme, dal sottosuolo di Saturnia infatti sgorga un'acqua sulfurea calda (37,5° C.) con cui si effettuano bagni particolarmente piacevoli e salutari in ogni periodo dell'anno. Le bellezze di Saturnia tuttavia non possono essere circoscritte alle sole terme: il paesaggio della Maremma, il piccolo borgo di origine etrusca con l'adiacente Porta Romana, con relativa via, ed il piazzale Bagno Secco, i numerosi siti archeologici ed una cucina tipica molto apprezzata rendono questo luogo a dir poco affascinante.
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